Vale la pena arrivare al punto di riflettere e approfondire questi “sarebbe”? Molto probabilmente questo si impara con l'esperienza, ma... l'ovvio diventa chiaro molto presto. Purtroppo, sempre più spesso, sono i risultati tristi e negativi quelli più facili da discernere. Dopotutto, se c'è almeno una lavandaia, il risultato è... no! Sono categoricamente contrario alla definizione “cattivo”. Ogni risultato è positivo se si riesce a comprenderne le ragioni e a trarre conclusioni.
La cosa triste è che la presenza del “vorrei” da una sola parte rende l’esito più cupo e triste, perché l’altra parte si dà alla prima con tutto il suo corpo, anima e mente. È davvero possibile annegare in una persona. Puoi annegare e non risalire mai più, per vivere una vita felice.
Ti prenderei tra le mie braccia,
Ti prenderei e ti porterei via,
ridendo sommessamente del tuo "no",
inalare il profumo dei tuoi capelli.E, non essendo sazio del tremore dei corpi,
rompendo il silenzio con un colpo al petto,
Mi svegliavo sempre e guardavo,
piangere di gioia mentre dormi.Mi appoggerei a te come a un ruscello,
Ti guarderei come un fiume.
Non ci farei l'abitudine neanche tra duecento anni.
al pensiero senza fondo che tu sei mio.Se non ci fossero diversi “se”,
© Tedesco Plisetsky
contro cui ci sbattiamo la fronte.
Ma tutto è sempre risolvibile se, ripeto, si riesce a comprendere la causa principale e a vedere i passaggi oggettivamente corretti che non consentiranno di commettere nuovamente errori. Non riesci a farlo da solo? Hai una persona che ti capisce, ti apprezza, ti ama e ti stima come essere umano: rivolgiti a lui!